Chiavari, 9 marzo 2010 - La Quantum Sail Design Group Italia, dopo i primi mesi di attività e preparazione, è ormai pronta ad affrontare le tante sfide che la nuova stagione agonistica porterà con sé. A parlarne è Vittorio d'Albertas, rappresentante assieme a Francesco Rebaudi e Filippo Jannello del marchio Quantum Sails sulla penisola italiana.
D: Vittorio, aiutaci a tracciare un bilancio di questi primi mesi di attività di Quantum Sail Design Group Italia. Sei soddisfatto?
VD: Molto. Nel giro della sola stagione invernale abbiamo introdotto il nostro marchio in alcune delle classi più importanti, come Optimist, 420, 470, Star, Finn, Dinghy 12, Melges 20, Melges 24, J-24 e J-80. Quando dico introdotto, intendo dire che per ognuna di esse abbiamo dato il via a un progetto di supporto tecnico, sponsorizzazione e attività sull'acqua dedicati. È stato un bello sforzo! Però vediamo le nostre vele spesso e volentieri in testa alla flotta. Il che ci fa capire che le potenzialità sono notevoli!
D: A cosa si deve un avvio così incoraggiante?
VD: Prima ti do una risposta "istituzionale": grazie all'eccellente lavoro di condivisione e sviluppo dei dati voluto da Quantum International. In pratica ogni vela che nasce è frutto dell'esperienza comune dei designer Quantum, di cui anch'io faccio parte, anche se solo per progetti speciali tipo il Dinghy 12' e il Finn: e' un approccio che permette di definire standard elevati per ciascuna delle classi più importanti. Poi ti do una risposta più "terra-terra": Andrea Casale e Giacomo Fossati, insieme a noi soci e ad alcuni amici che non ringrazieremo mai abbastanza, si sono fatti in quattro per fare le moltissime cose che abbiamo voluto fare al meglio possibile. Non tutte le ciambelle sono venute col buco, ma non ci possiamo certo lamentare!
D: Dopo aver concentrato gran parte della vostra attenzione verso il mondo dei monotipi, su che progetti state puntando ora?
VD: Stiamo lavorando molto sulle barche ORC-IRC, un settore nel quale abbiamo maturato un'esperienza che non teme confronti. Presto vedrete un bel po' di Quantum in giro... Abbiamo un laminato come il Fusion, stabile e affidabile, oltre che leggero, adatto a realizzare al meglio i progetti.
D: Poco fa hai fatto riferimento a diverse classi e molto di queste sono di interesse olimpico...
VD: Il sogno olimpico affascina non solo gli atleti, ma anche noi, dal lato tecnico ovviamente. Abbiamo delle ottime risorse tecnologiche, che vorremmo mettere a disposizione della squadra azzurra. Già lo facciamo nel 470, con Giulio Desiderato ed Enrico Fonda e con Camilla Marino e Anna Gracia Malventi. Vorremmo far crescere dal punto di vista tecnico una nuova generazione di velisti: è uno scambio "culturale" che arricchisce entrambe le parti.
D: Quali sono le novità relative alla rete di vendita...
VD: Sin dall'inizio avevamo capito che era necessario poter puntare su dealer dislocati sul territorio. A oggi, del team sono entrati a far parte la White Keel di Fausto Pierobon (armatore di Sagola, ndr), operante nel Nord Adriatico, e la Traiano Yachting Services di Giuliana Pasin, attiva nei porti laziali. Ma ci stiamo diffondendo rapidamente anche altrove!
D: Due degli appuntamenti più importanti del calendario internazionale si svolgeranno in Sardegna a settembre: la Rolex Swan Cup e la Maxi Yacht Rolex Cup. Come vi state muovendo sul versante maxi?
VD: La Quantum Sails ha un'ottima tradizione sui mega yachts, un'esperienza vastissima maturata sia dal lato del design, sia da quello dei materiali e delle finiture, che in questo ambito sono fondamentali. Io ho disegnato vele di mega yachts per dieci anni, curandone anche i più piccoli dettagli, dunque... come Quantum Sail Design Group Italia è proprio questa una delle missioni che più ci sta a cuore, vestire con il nostro marchio alcune delle barche più belle del mondo.
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